Nelle Filippine, si trova la località di Sagada, un paesino sulle montagne della Cordillera famoso per una antica e curiosa pratica funeraria: quella delle “bare sospese”.
Queste sono sorrette da travi che sporgono dalla superficie verticale; alcune sono poggiate sfruttando le sporgenze naturali della roccia ed alcune hanno appesa accanto una sedia. L’usanza funeraria, risalente ad almeno 2000 anni fa, deriva dal fatto che il popolo ritiene che il riposo eterno dei defunti debba essere il più vicino possibile al cielo (oltre che per proteggere i resti dei defunti dalle inondazioni, piuttosto frequenti nelle Filippine e dai ladri che potrebbero profanare le tombe). Le bare più basse sono collocate a circa quattro metri di altezza, le altre sempre più su per vari livelli. Secondo un rituale, ancora in uso presso le tribù degli Igorot, i feretri vengono costruiti in vita dai componenti stessi del popolo. In molti casi le bare sono davvero difficili da raggiungere ma era in vigore un rituale secondo il quale, trascorsi cinque anni, le ossa del defunto venivano portate a casa dai familiari dove si teneva una festa per diversi giorni. Poi le ossa venivano riportate al loro posto, sulla montagna. Questo rito veniva ripetuto dopo tre o cinque anni e poi ancora una terza volta fino a quando la famiglia teneva definitivamente in casa le spoglie del defunto. A quel punto la posizione della bara, vicina il più possibile al cielo, avrebbe già consentito all’anima una salita più semplice nell’aldilà.