«Ogni sera gli rivolgo un saluto: era un gatto fantastico, generoso compagno di vita per vent’anni»: a parlare è il grande tennista Nicola Pietrangeli, in un’intervista rilasciata a Margherita De Bac, per il “Corriere della Sera”.
«Non mi ha mai mollato finché ho dovuto sopprimerlo: uno strazio terribile – prosegue Pietrangeli, primo a sinistra nella foto insieme ai vincitori della Coppa Davis del 1976 – Farlo cremare per tenerlo accanto a me è costato 700 euro. Avrei speso la metà se avessi aspettato che arrivassero altri gatti da unire a lui nel forno. Ma io volevo che le ceneri fossero sue e basta».
Nicola Pietrangeli solleva delicatamente il coperchio della coppa più bella, quella d’argento vinta a Montecarlo, regalata a lui per sempre dal principe Ranieri. Ne estrae i resti di Pupino, racchiusi in un sacchettino rosso. Abita all’ultimo piano di una palazzina in un comprensorio nel quartiere Balduina, arredato del suo passato tutto sport e viaggi. Al posto di Pupino c’è Pupina 2 che avanza sinuosa tra tappeti e bassi tavoloni ingombri di coppe e targhe.